IN MEMORIA DI TERENZIO ZANDRI

Conoscevo Terenzio da molti anni anche se le occasioni per vedersi non erano state molte. Con lui scompare un artigiano appassionato, un uomo gentile, che ha dedicato le sue capacità osservative per arricchire la pesca a mosca di attrezzi belli e performanti.

Aveva incontrato molti anni fa Stanislao Kuckievicz  dal quale aveva imparato a costruire code di seta in grado di durare a lungo, non avere memoria, ottime soprattutto in acque lente dove le capacità di mimetizzarsi sono fondamentali. Questa sua prerogativa di essere l’unico costruttore in Italia di code di topo in seta naturale e poi anche sintetica, Terenzio nel tempo l’ha affinata fino a fornire un catalogo ampio di tipologie e colori in grado di soddisfare il pescatore più esigente.

Anche sul versante mosche artificiali ha portato una novità non indifferente. Partendo  sempre dall’osservazione e dall’esperienza diretta intuì che se l’amo fosse posizionato sotto la mosca artificiale, questa sarebbe stata più efficace. Si inventò quindi  un telaietto in legno, semplice quanto ingegnoso, in sostituzione del classico morsetto e cominciò a intrecciare delle mosche che sono una via di mezzo fra quelle classiche e quelle fatte ad uncinetto, lasciando l’amo a penzoloni, completamente fuori dal corpo dell’artificiale e non vincolando quindi la sua grandezza alla taglia della mosca.

In somma Terenzio è stato parte di quel gruppo di pescatori-artigiani che, con la loro creatività, hanno dato lustro all’italian style nell’ambito della pesca a mosca.

Queste idee brillanti che ha avuto nella vita e che non si rifanno alla tradizione anglosassone né a quella francese o spagnola, non scompariranno: la figlia Emanuela, insieme all’amico di sempre Gianluca Fusari che da tempo lo affiancavano, continueranno, con nuove proposte e creazioni, l’opera iniziata da Terenzio. (www.terenziosilklines.com)

Alvaro Masseini